di P F
Illustrazione di Roberta Longo
In questa rubrica intervistiamo alcuni giovani eletti negli Organi delle Circoscrizioni della nostra città. Questo mese abbiamo intervistato Alice Arena. Laureata in relazioni internazionali, è da sempre appassionata alla politica ed è al secondo mandato come consigliera in Circoscrizione 5. Lavora per un ente di formazione che si occupa di organizzare progetti inerenti alla politica internazionale nelle scuole medie e superiori.
Iniziamo parlando del tuo rapporto con la politica.
Sono cresciuta in una famiglia che si è sempre occupata di politica. La mia era una famiglia partigiana e mia nonna è stata consigliera di Circoscrizione ai tempi della giunta Novelli, quando si è passati dai comitati di quartiere alle Circoscrizioni come le conosciamo oggi. Mia madre è una sindacalista e io, fin dai quindici anni, ho una tessera politica in tasca e dal 2010 sono iscritta al Partito Democratico.
Qual è il territorio che rappresenti?
Rappresento la Circoscrizione 5 che si compone dei quartieri Borgo Vittoria, Madonna di Campagna, che è stata aggregata alla vecchia Barriera Lanzo, Lucento e Vallette. Siamo nella periferia Nord della città. Diciamo l’ultimo pezzo di città prima di Venaria.
Quali sono i temi che trattate di più in Circoscrizione?
Trattiamo diversi problemi ma quello più assillante è posto dalla manutenzione delle strade e del verde pubblico. Gli ostacoli maggiori sono i pochi soldi e la carenza di personale, la quale è stata acuita dai continui pensionamenti e dalle scarse assunzioni. Facciamo fatica a tenere aperti i servizi. Sicuramente il verde pubblico è quello che ci preoccupa di più. Siamo la Circoscrizione con il maggior numero di metri quadrati di verde di nostra competenza e non di competenza comunale, ovvero tutto il verde che non si trova nei parchi di cui comunque siamo dotatissimi: il parco di via Calabria e il parco delle Vallette, una parte del parco Sempione e la parte ex industriale di parco Dora. Prima di questo mandato, mi occupavo io di questi temi in quanto ero la coordinatrice al verde e al suolo pubblico. Spesso però il rapporto con gli assessori del Movimento 5 Stelle era duro e conflittuale, un po’ per visioni diverse della città ma molto per la poca disponibilità verso il centrosinistra che governava tutte le circoscrizioni. Ora, forse perché siamo dello stesso schieramento politico della giunta, c’è un buon dialogo e fanno il possibile per venirci incontro. Mi è relativamente facile raggiungere un assessore o, per lo meno, un membro del suo staff.
Sono tesi quindi i rapporti nel vostro consiglio?
Diciamo che con la destra che governa la circoscrizione non andiamo tanto d’accordo. Da un punto di vista politico sono pochi i punti di contatto e anche quando parliamo di cose meramente amministrative non mancano gli sgambetti. Ci è capitato che venissero rispediti al mittente documenti anche poco politici e molto tecnici. Ad esempio, poco tempo fa, avevo presentato un documento di approfondimento sulla stazione Rebaudengo-Fossata che è una cattedrale nel deserto, in uno stato manutentivo desolante. La maggioranza me l’ha bocciato per puro puntiglio. Il presidente di Circoscrizione è della Lega e fanno molto gioco di maggioranza. A parole si chiede collaborazione, ma, nei fatti, ciò non avviene. Ci troviamo d’accordo giusto in merito all’ordinaria manutenzione. Certamente ci sono alcuni macro temi in cui è difficile dissentire, come la cura del verde e la necessità di maggiori fondi in particolare per le aree gioco.
Ecco, da neomamma l’impegno in Circoscrizione è difficile da gestire?
La consigliera comunale Ludovica Cioria, insieme alla collega Ravinale, sono state promotrici di un regolamento comunale che permette fino al primo anno di vita del bambino di collegarsi online alle sedute della giunta e del consiglio. Questo mi ha semplificato la vita. Generalmente il bambino lo porto dappertutto, anche alle commissioni ed è un po’ diventato la nostra mascotte.
Continuando sul piano personale, come valuti questa esperienza? La consiglieresti?
Sì, la consiglierei a tutti i giovani che intendono approcciarsi alla politica amministrativa. In Circoscrizione si impara molto rispetto a burocrazia, atti, vincoli, appalti… Ma se l’interesse verte più sull’agone politico e il dibattito generale, suggerisco una forma di militanza diversa più nel partito che in un consiglio. In consiglio puoi parlare per due ore di un marciapiede.
E ti sei ricandidata per amore della politica “amministrativa”?
Io mi sono ricandidata per portare avanti i progetti che non ero riuscita a terminare nel primo mandato. Purtroppo, essendo passata dalla parte della minoranza, non ce l’ho fatta (per il momento). L’esempio che più mi lascia l’amaro in bocca è la chiusura degli orti urbani di via Sansovino e corso Molise, fiori all’occhiello della nostra area. Questi erano anche una forma di sostentamento per alcune famiglie e questa maggioranza non ha combattuto abbastanza per tenerli aperti, non cercando soluzioni alternative. Hanno preferito dare la responsabilità al Comune che non cambiava la terra che risultava troppo inquinata. Io, in varie commissioni, ho proposto soluzioni diverse, ma non sono stata ascoltata.
Quindi è vero, come hanno detto anche altri intervistati di questa rubrica, che è difficile ottenere risultati.
Secondo me non è del tutto vero. È importante calibrare le aspettative sulle reali competenze della Circoscrizione. Forse la situazione più frustrante è quando si hanno le leggi, le competenze e la volontà di fare, ma mancano i soldi. Per me è sempre stato un motivo di sfida e posso dire che siamo riusciti a fare le nozze coi fichi secchi. Pensa che non appena ci siamo insediati per il primo mandato, la giunta Appendino ha tagliato più del 50% dei fondi discrezionali per i coordinatori di Circoscrizione. Il mio capitolo è passato da 14.000 euro a 6.000 euro di budget. Nonostante ciò, abbiamo fatto progetti nelle scuole, implementato il volontariato, sviluppato un buon networking tra le associazioni che agiscono sul nostro territorio e, soprattutto, creato un buon rapporto coi cittadini.
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